Qualche giorno fa è stato, guarda caso, annunciato un nuovo format per il restyling di Sturbucks a Covent Garden, Londra: per rispetto all’identità propria di quest’area mitica della città, Starbucks rinuncia al suo format standard e ne inaugura uno, per così dire, “tailor-made”. Poca brandizzazione, maggiore discrezione ed identificazione con lo stile del quartiere (vd: http://www.gdoweek.it/articoli/0,1254,44_ART_3488,00.html).
Ora pare che questa nuova filosofia retail stia contagiando il mondo del Fashion Luxury.
Ad una conferenza di qualche giorno fa, infatti, l’architetto Eric Carlson, che collabora con il gruppo LVMH, ha dichiarato l’intenzione di abbandonare i mega-store uniformi e standardizzati, che fino ad oggi sono stati portabandiera (appunto, flagship) dei valori del brand in tutto il mondo, e di puntare su una maggiore intimità degli spazi, in modo da far sentire i clienti quasi a casa propria. Il nuovo trend è quindi quello di offrire uno spazio per la lettura, uno per bersi un the, uno spazio relax insomma; non più aree di vendita dagli spazi sconfinati ma dividere il negozio in vere e proprie “stanze” come in un appartamento (da questo punto di vista, il concept store L’Inde Le Palais di Bologna ha fatto scuola), insomma mettere finalmente il cliente a proprio agio, laddove spesso, quando si entra in questi templi immensi, ci si sente in soggezione e si rimane inibiti. Naturalmente, aggiungerei, occorre che anche il personale cambi atteggiamento, e passi dall’algidità superba che spesso contraddistingue questi negozi ad un approccio più accogliente, più caldo.
Evviva questa nuova rotta, che ho sempre sostenuto anche quando la standardizzazione del retail sembrava l’unica via per i megabrand!
Potete leggere gli approfondimenti su: http://it.fashionmag.com/news-155474-Flagship-il-lusso-comincia-a-desiderare-piu-intimita
Annamaria Cofano