In questo Nike è sempre stata coerente: comunicare per un brand è come respirare. Cogliere tutte le opportunità per “raccontare” qualcosa. Storytelling è la parola d’ordine.
Naturalmente non basta comunicare, occorre avere qualcosa da raccontare. Qualcosa di rilevante per chi ti ascolta.
Ed in questo momento storico non c’è niente di più condivisibile che una storia di sostenibilità a 360°. Non semplicemente salvare le foreste, ma fare qualcosa, contribuire affinché questo mondo sia un po’ migliore.
E’ online ormai da più di un paio di mesi la campagna nikebetterworld (www.nikebetterworld.com), che non è altro che la traduzione in veste comunicativa delle attività di CSR (Corporate Social Responsibility) che Nike faceva già prima.
La differenza è semplicemente averci costruito sopra una campagna di comunicazione.
Non è del resto la prima volta che Nike, per una campagna di brand, utilizza lo spunto sociale per fare comunicazione. Nike-Red (la campagnacontro l’Aids in Africa), StandUp SpeakUp (contro le discriminazioni razziali nel mondo dello sport) sono solo un paio di esempi di campagne di comunicazione-sensibilizzazione che si sono rivelate benefiche per entrambe le parti: promotore (Nike) e beneficiario (ente o associazione o altro).
Nella maggior parte dei casi, le aziende che, spinte da motivazioni etiche, fanno CRS lo tengono per sé, o vengono invitate a parlarne in occasione di convegni dedicati. Un applauso a queste aziende, che quindi investono senza cercare di averne un ritorno economico (almeno immediato, perché comunque prima o poi le aziende che non investono in tal senso dovranno risponderne quando la sensibilizzazione arriverà a livelli più alti).
Ma Nike dimostra come questo tipo di investimento possa anche avere un ritorno, sia in termini di immagine che – conseguentemente – in termini di fidelizzazione, coinvolgimento e quindi economici.
Annamaria Cofano
sempre la solita nike !